OSTEOPATIA E FISIOTERAPIA PER LA GESTIONE DELLA SCOLIOSI
È opportuno fare una distinzione tra scoliosi vera e atteggiamento scoliotico.
La scoliosi strutturale si associa ad un danno di origine neuromuscolare o vertebrale ed è una alterazione che va valutata anche chirurgicamente.
L’atteggiamento scoliotico invece, è causato dalla rotazione e inclinazione di una vertebra rispetto all’altra senza che vi siano alterazioni della struttura anatomica; non si conoscono le cause e spesso è di origine idiopatica.
La scoliosi idiopatica giovanile si manifesta in seguito a cause genetiche, ormonali o biomeccaniche e colpisce i soggetti maschili tra i 13 e 17 anni e i soggetti femminili tra gli 11 e 15 anni.
Per la diagnosi occorre sia la valutazione clinica, attraverso il “bending test” (si chiede al bambino una flessione in avanti della schiena e si valuta la presenza di gibbosità a lato della colonna; se compaiono si parla di scoliosi, se scompaiono si parla di atteggiamento scoliotico), sia quella radiologica, tramite la radiografia frontale, per determinare il grado e l’evoluzione della deformazione.
La soglia riconosciuta per l’intervento chirurgico è di 45°-50°: l’obiettivo è prevenire le disfunzioni respiratorie e il dolore spinale migliorando l’estetica.
Il trattamento manipolativo osteopatico (OMT)
Il trattamento manipolativo osteopatico è molto utile per la gestione della scoliosi con riduzione della sintomatologia dolorosa e prevenzione per evitare peggioramenti.
Le tecniche utilizzate comprendono tecniche di soft tissue, esercizi propriocettivi, stimolazioni per autocorreggere l’asimmetria posturale ed esercizi in piedi asimmetrici per ripristinare la mobilità del torace.
Il trattamento riabilitativo fisioterapico
In associazione al trattamento l’approccio riabilitativo fisioterapico consta di tecniche di mobilizzazione della colonna per ridare elasticità in direzione opposta all’atteggiamento delle curve scoliotiche, per evitare che si instauri rigidità, principale causa della sintomatologia del paziente.
L’esercizio terapeutico sarà mirato all’allungamento delle strutture muscolari accorciate o rigide e al rinforzo dei muscoli deboli, che impediscono il corretto allineamento vertebrale.
Il peggioramento delle curve può essere dato da un’incapacità della colonna di rispondere alla forza di gravità: la fisioterapia mira al miglioramento della risposta muscolare per permettere il mantenimento migliore possibile della stazione eretta e dell’allineamento durante il movimento della colonna, evitando di dover ricorrere a sussidi esterni come il corsetto.
Il limite di questi strumenti è quello di impedire alla muscolatura di abituarsi al carico e alla gravità, quindi se non necessario è sempre consigliabile rinforzare i muscoli per migliorare il controllo attivo delle curve del rachide.
Non si può prescindere da una valutazione globale, che deve comprendere anche gli arti per capire se il disallineamento della colonna condiziona anche il loro utilizzo, poiché funzionalmente connessi.
Fondamentale in queste problematiche è la partecipazione attiva del paziente e la costanza nell’eseguire correttamente gli esercizi.
Un programma di lavoro personalizzato è utile per sviluppare le potenzialità del paziente e permettergli di prevenire un aumento dei gradi di scoliosi e un peggioramento della sintomatologia, con un miglioramento della gestione del problema e del livello di qualità della vita.
Un lavoro mirato sulla consapevolezza del proprio corpo e su come questo si muove nello spazio è utile per apprendere e automatizzare i movimenti corretti e la gestione della colonna durante le attività della vita quotidiana.
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RIASSUNTO
La scoliosi si associa ad un danno di origine neuromuscolare o vertebrale e colpisce i soggetti maschili tra i 13 e 17 anni e i soggetti femminili tra gli 11 e 15 anni.
L’osteopatia permette di ridurre la sintomatologia dolorosa e previene eventuali peggioramenti.
In associazione l’approccio fisioterapico crea elasticità ed evita che si instauri rigidità articolare.